Bosa: in Sardegna un borgo tutto da scoprire

Bosa: in Sardegna un borgo tutto da scoprire

Secondo alcune testimonianze storiche l’area di Bosa, borgo in provincia di Oristano precisamente sulla costa occidentale della Sardegna, venne abitata già a partire dall’epoca preistorica, come si può notare dai molti nuraghi e dalle Domus de janas (strutture sepolcrali preistoriche) presenti sul territorio.

Storia antica del borgo

Secondo la leggenda, la cittadina di Bosa, per un certo periodo è stata confusa quella di Calamedia (attualemente Calmeda), poiché, quest’ultima, è nata prima. Invece, il nome di questo piccolo borgo, deriva dal fenicio Bšn, che sta ad indicare gli abitanti di Bosa, ed è rimasto pressoché immutato nel tempo, ad eccezione di alcuni mutamenti fonetici.

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Castello Malaspina – Bosa

Dopo una dominazione fenicia, si torna a parlare del borgo solo con l’impero romano, che dopo alcuni secoli abbandona la località, considerata di poco interesse strategico.
Nel 1122, invece, i Malaspina della Lunigiana acquisiscono il feudo circostante, edificando il primo castello con quattro torri e una cinta muraria.
Dopo vari passaggi, la zona passa sotto il dominio della Spagna prima, e del Piemonte poi. Nel 1836 i feudi vengono aboliti e, Bosa conosce un periodo di splendore, dovuto soprattutto alla costruzione di un acquedotto e allo sviluppo dell’attività di conceria.

Cosa vedere a Bosa

La Cattedrale di Santa Immacolata, costruita nel XV secolo, domina sull’abitato: ricostruita nell’800, ospita vari contributi decorativi di Scherer, che tra gli altri si è occupato anche della Chiesa di Santa Croce.

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Bosa

Il quartiere dove è situata la chiesa, Sa Piatta, è considerato il quartiere alto di Bosa, mentre gli altri due principali, Sa Costa e Sas Conzas, assolvono ad alcune funzioni precise: il primo, antico borgo medievale, è ora il centro turistico del paese, mentre il secondo è la storica sede delle concerie di pelle.
Nel comune sardo è ospitata anche la Collezione etnografica Stara, che contiene una serie di documenti e testimonianze risalenti alla fine dell’800, che descrivono i mestieri tradizionali della regione.
Uniche nel loro genere, le vigne della Malvasia, che producono uno dei vini più ricercati a livello regionale e nazionale. Nel paese si usa ancora oggi praticare l’antica lavorazione della filigrana in oro, anche se una delle attività principali è divenuta quella turistica.
Rimangono comunque le pietanze tipiche del posto, soprattutto a base di pesce, in particolare aragosta e becca moschino.

Post Author: Danila Bronico