Campo Ligure

Campo Ligure: il piccolo borgo turistico

Fino al 1884 cittadina di Campo Ligure era chiamata “Campofreddo”: sembra che questa denominazione derivasse dal tedesco frei, ovvero libero, ma secondo alcune interpretazioni significava semplicemente feudo; nello stesso anno, tuttavia, il nome viene modificato nell’attuale Campo Ligure.

Si hanno notizie del borgo già nel III secolo a.C.: pare infatti che l’imperatore Aureliano abbia voluto fortificarlo per renderlo immune dalle invasioni germaniche. Anche successivamente, nel VI secolo, i Bizantini utilizzano Campofreddo per difendersi dagli attacchi dei Longobardi.

Dopo una lunga dominanza degli Spinola, iniziata nel XIII secolo, gli abitanti di Campofreddo decidono di schierarsi a fianco dei Savoia nella guerra di successione austriaca, quindi contro la Francia. Quando la guerra finisce, i genovesi, alleati della Francia, si ribellano ai dissidenti della cittadina, e reagiscono violentemente al tradimento. Negli anni successivi, tuttavia, Campofreddo conosce uno sviluppo fiorente, soprattutto grazie al commercio dei tessuti e all’agricoltura.

Nel 1805 il borgo entra a far parte dell’impero napoleonico, ma nell’1814 la bandiera asburgica torna a svettare sulla città, che l’anno successivo, con il Congresso di Vienna , viene inclusa del Regno di Sardegna.

La principale attrazione turistica di Campo Ligure è il Castello, edificato tra il XII e il XIII secolo, rinforzato notevolmente dalla famiglia degli Spinola nel 1300, successivamente abbandonato nel XVIII secolo, per essere poi restaurato e utilizzato per eventi culturali negli ultimi decenni.

A risaltare nel borgo ligure, oltre al Castello, è sicuramente lo stile barocco dell’Oratorio dei Santi Sebastiano e Rocco, che si trova all’inizio del paese, ed è datato 1647. Al suo interno sono ospitate molte pitture, in particolare la storia del martirio di San Sebastiano, opera della scuola di Domenico Piola.

Ma ad attirare molti turisti a Campo Ligure è anche la tela di Bernardo Strozzi, custodita presso la Chiesa della Natività di Maria Vergine, e la storia dell’artista stesso, nativo del borgo. Nella stessa chiesa, la parrocchiale del borgo, sono conservate in perfetto stato le decorazioni di De Lorenzi.

Non può mancare infine una visita al Museo della Filigrana, che ripercorre una delle lavorazioni tipiche di Campofreddo, oltre alla storia nel mondo di questo particolare tipo di artigianato.

Post Author: Cristina Baratti