Gradisca d'Isonzo: piccola fortezza ricca di storia

Gradisca d’Isonzo: piccola fortezza ricca di storia

Tra i borghi friulani, Gradisca d’Isonzo è uno dei più ricchi di storia e cultura. Il paese si trova in provincia di Gorizia e, si fa cullare dal bellissimo fiume Isonzo, chiamato anche “la bellezza di smeraldo”, per il suo incantevole e stupendo colore verde acceso.
Il nome della cittadina deriva con molta probabilità da “gradisce”, termine di origine slava, che ricorda una fortificazione, un castello, oppure, estensivamente un borgo fortificato.

Dal ‘400 ad oggi: dominazioni e testimonianze

Infatti, la prima impressione che dà Gradisca è appunto questa, quella di un piccolo paese fortificato che racchiude in sé le testimonianze di tanti periodi storici, dal Quattrocento veneto, passando al Seicento austriaco e, arrivando all’Ottocento asburgico.

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Castello di Gradisca d’Isonzo

Ed è proprio nel ‘400 che la storia di Gradisca entra nel vivo: dopo un lungo dominio del Patriarcato di Aquileia, la Repubblica di Venezia conquista il borgo, ricostruendo quello che prima era un villaggio agricolo e fortificandolo il più possibile, in modo da fronteggiare al meglio l’invasione dei turchi.

Ma meno di un secolo dopo, nel 1511, Gradisca è conquistata dai Lanzichenecchi, che consegnano il territorio agli Asburgo. Tuttavia, nonostante il timore degli abitanti, il periodo di dominio asburgico si rivelerà il più florido per la città, che, fino al 1717 verrà amministrata dalla casata degli Eggenberg, acquistando un’autonomia amministrativa e politica del tutto singolare.
Durante la prima guerra mondiale Gradisca viene rasa al suolo, e al termine del conflitto è assegnata all’Italia. In seguito agli sconvolgimenti della seconda guerra mondiale, gli abitanti di Gradisca temono un passaggio alla Jugoslavia di Tito, ma nel maggio del ’45 viene confermata l’appartenenza italiana, allontanando così la paura del regime.
Il primo periodo storico importante che vede Gradisca coinvolta, ovvero il ‘400, lascia poche testimonianze: alcune parti dell’antica cinta muraria, che circondava con quasi 2000 metri d’estensione la città, Porta Nuova e Porta d’Italia, storiche porte d’accesso alla città, e pochi esempi di edilizia civile, come Casa dei Provveditori e Palazzo Coassini.
Rimangono invece esempi più consistenti del dominio austriaco, in particolare antichi edifici e dimore seicenteschi, come Palazzo de’ Comelli-Stuckenfeld e Casa Wassermann.
L’ottocento asburgico lascia invece una traccia consistente nella cinta muraria, che venne in parte abbattuta per consentire l’ampliamento dell’area verde esterna ed estenderla al centro cittadino.

Gradisca d’Isonzo: cosa mangiare

Per chi ama la buona tavola, il Friuli è il posto ideale dove degustare piatti semplici e genuini: a Gradisca, in particolare, si possono trovare ottime zuppe, gulasch, trippe, e la tipica jota, zuppa di fagioli e carne.

Post Author: Danila Bronico